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L’ 8 maggio sono state pubblicate le motivazioni del Collegio di Garanzia dello Sport a proposito della decisione assunta, con dispositivo del 20 aprile 2023, a seguito del ricorso presentato dalla società F.C. Juventus sul caso plusvalenze.
Il 20 aprile scorso, il Collegio di Garanzia del Coni aveva inviato alla Corte il procedimento per la ridefinizione dei meno 15 punti inflitto inizialmente alla squadra, attribuendo, nuovamente e momentaneamente i 15 punti alla stessa.
E così, proprio 15 giorno dopo, ovvero lunedì 8 maggio sono state pubblicate le motivazioni del Collegio di Garanzia dello Sport.
Le motivazioni della sentenza Juventus sul caso plusvalenze
L’attesa per le motivazioni della sentenza del Collegio di garanzia dello Sport, sul ricorso presentato dalla Juventus, era grande.
Il ricorso ha portato ad un nuovo rinvio alla Corte d’appello federale per una rimodulazione della sentenza.
Il Collegio di Garanzia , presieduto dall’Avv. Gabriella Palmieri, ha pubblicato un provvedimento di ben 75 pagine.
All’interno delle motivazioni ciò che rileva è che, secondo il Collegio di Garanzia, il ricorso è inammissibile o infondato in tutti i punti. Nonostante ciò, occorre un rinvio per ridimensionare la pena.
Secondo l’organo giudicante l’impianto accusatorio della Procura è confermato ma occorre rivalutare la posizione degli ex consiglieri di amministrazione e conseguentemente quella della squadra stessa.
Viene dunque confermato l’impianto accusatorio in toto e viene ribadita la violazione dei principi di lealtà sportiva. Oltre a questo viene anche sottolineata una preordinata e reiterata modalità di violazione delle regole.
Il Collegio spiega che la ragione che ha portato alla richiesta dell’apertura del processo è esclusivamente legata ai dirigenti senza potere di firma, il cui grado di responsabilità non è stato ben definito e necessita dunque di essere rimodulato analizzando come il loro comportamento abbia contribuito alla penalizzazione dei 15 punti e il perché siano stati ritenuti colpevoli.
Il Collegio afferma, inoltre, che la penalizzazione inflitta alla Juventus è determinata anche dai comportamenti tenuti dai 7 consiglieri d’amministrazione, che hanno visto accolto il proprio ricorso, e che quindi ciò deve riflettersi sulla stessa sanzione irrogata alla società.
Attraverso queste parole è auspicabile pensare ad una riduzione di pena nel nuovo giudizio.
Cosa succederà adesso, quali strade potrà percorrere la Juventus?
Adesso bisognerà aspettare la prossima udienza fissata al 22 maggio, innanzi alla Corte federale d’appello, che sarà fondamentale per il futuro della Juventus.
Stavolta la Corte federale d’appello avrà una nuova composizione e dovrà riformulare le motivazioni riguardanti i Consiglieri d’amministrazione.
Inoltre avrà anche l’arduo compito di pronunciarsi sulla sanzione.
La società Juventus, attraverso i suoi legali, il 17 maggio ha depositato delle memorie difensive in quanto, come anche riportato dall’Avv. Bellacosa, le motivazioni date dal Collegio non convincono i legali della squadra.
Le strade che si aprirebbero, successivamente all’udienza programmata per il 22 maggio sono due.
La prima, che sarebbe anche la più favorevole per la società, è quella della pena minore.
Difatti ciò che auspica la società, ed i tifosi tutti, è che si decida per una semplice ammenda pecuniaria; che farebbe anche chiudere così la questione entro il mese di maggio.
L’altra ipotesi, ovvero la peggiore, sarebbe quella di una nuova penalizzazione ma ridotta.
Se la sanzione dovesse essere questa, cosa molto probabile date le motivazioni palesate dal Collegio di Garanzia, la Juventus avrà diritto di fare ricorso al CONI entro 30 giorni.
Successivamente il Collegio di Garanzia avrà ulteriori 60 giorni per fissare una nuova udienza.
Basandoci su questa ipotesi, di certo la questione non si potrebbe definire entro la fine del campionato corrente e dunque la penalizzazione sarà attuata nel campionato 2023/2024.
In ambito 231
A pagina 57 della motivazione si può rinvenire un passaggio interessante e poco analizzato dai commentatori.
Si osserva come nella motivazione del ricorso manchi la dimostrazione che l’adozione del modello 231, modello attuato dalla Juventus, fosse stato in grado di fornire una scriminante o attenuante della responsabilità della società.
Secondo l’organo giudicante dunque, mancherebbe la dimostrazione del fatto che l’adozione di quel modello organizzativo dettato dal D. Lgs. 231/2001, sia adeguato per prevenire i comportamenti come quelli contestati.
A questo punto non ci rimane che aspettare il 22 maggio per capire come evolverà la situazione della Juventus e se le sanzioni incideranno nel corrente campionato o nel prossimo.
Per ulteriori chiarimenti contatta l’Avv. Gabriele Pezzano dello studio legale LEXINTO Avvocati.