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ChatGPT: novità e riflessioni

chatgpt garante della privacy

ph: quick spice, lic.c.c.

Il 30 marzo 2023 è stato emesso dal Garante della Privacy il provvedimento n. 112/2023 che sospende il servizio offerto da CHATGPT. 

Viene contestata la raccolta illecita dei dati degli utenti italiani e conseguentemente disposta la limitazione provvisoria del trattamento dei medesimi da parte di OpenAI sino a quando la normativa sulla privacy non verrà rispettata. 

Ma cos’è chatGPT?

Chat Generative Pre-trained Transformer, traducibile in “trasformatore pre-istruito generatore di conversazioni” e meglio conosciuto come ChatGPT, è una chatbot.

Per chatbot si intende un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. 

Il lancio di questa intelligenza artificiale è avvenuto dal gruppo OpenAI, un’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale, a fine novembre 2022.

Con ChatGPT si può simulare una vera e propria conversazione. 

Chiunque, accedendo a tale piattaforma, può formulare una domanda di qualsivoglia genere e di conseguenza, ricevere una risposta precisa e diretta, attraverso frasi scritte o pronunciate.  

ChatGPT possiede delle capacità che vanno oltre la semplice interazione con domande standard e risposte predefinite.

Essa è in grado, ad esempio, di fare una diagnosi partendo dai sintomi, captare lo slang delle lingue, creare videogiochi ecc. 

Per fare tutto ciò questa intelligenza artificiale utilizza algoritmi di apprendimento automatico per elaborare input e informazioni.

Il software è in grado di elaborare grandi quantità di dati di testo e di imparare a eseguire attività di elaborazione del linguaggio naturale in maniera molto efficace.  

L’utente fornisce l’input preciso per ottenere risposte altrettanto precise che vengono prodotte da ChatGPT prendendo spunto da un database di informazioni precostituito.

Perché il Garante della Privacy ha previsto il blocco della piattaforma ?

Causa scatenante del blocco temporaneo della piattaforma è riconducibile all’episodio occorso il 20 marzo 2023.

In tale data, a causa di una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti, sono stati mostrati alcuni dati sensibili. Non solo è stata mostrata la cronologia delle domande poste dagli utenti stessi, ma anche i loro dati e i dettagli dei metodi di pagamento utilizzati per l’abbonamento alla piattaforma.

In conseguenza di questo evento, il GDPD ha immediatamente contestato la raccolta illecita dei dati degli utenti italiani ed ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento degli stessi da parte di OpenAI.

Tutto questo sino a quando la normativa sulla privacy non verrà rispettata. 

Le preoccupazioni del Garante della Privacy

La preoccupazione del GDPD, dunque, è quella che i dati raccolti vengano riprocessati senza la dovuta tutela dei dati degli individui coinvolti. 

In particolare, le informazioni fornite da questa intelligenza artificiale non sempre corrispondono alla realtà.

Esse possono determinare un trattamento di dati personali inesatto e tale da portare anche ad una condotta potenzialmente diffamatoria.

Inoltre, il Garante lamenta la poca trasparenza dell’informativa rivolta agli utenti, sulla raccolta dei dati registrati dal software.

Soprattutto, lamenta, l’assenza di una base giuridica che vada a giustificare la raccolta e la conservazione così massiccia di dati personali, allo scopo di fornire gli algoritmi sottoposti per il funzionamento della piattaforma stessa. 

Da ultimo, ma non per importanza, il Garante ha rilevato come attualmente la piattaforma non preveda l’utilizzo sufficiente di filtri per l’accesso da parte dei minorenni. 

ChatGPT dovrebbe infatti essere utilizzato da chi ha compiuto almeno 13 anni ma purtroppo lo strumento attualmente non dispone di alcuno strumento per bloccare l’uso della piattaforma a chi ha un’età inferiore. 

Tutto questo potrebbe causare ai giovanissimi gravi problemi in quanto la stessa Intelligenza Artificiale potrebbe fornire risposte non idonee alla loro età, al loro grado di sviluppo ed al livello di consapevolezza parametrato all’età. 

Solo l’Italia ha previsto questo blocco ?

Al momento l’Italia è l’unico paese ad avere previsto un blocco della piattaforma ma nello stesso senso si stanno iniziando a muovere gli altri paesi Europei. 

E’ notizia degli ultimi giorni la preoccupazione espressa da molti paesi Europei per la rapida crescita dei prodotti di intelligenza artificiale. 

Il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) ha infatti deciso di intraprendere azioni comuni per la protezione dei dati contro OpenAI in merito a ChatGPT.

Così, è stato istituito, un gruppo dedicato alla promozione della cooperazione e lo scambio di informazioni su eventuali azioni condotte dalle autorità di protezione dei dati.   

Il boom dell’intelligenza artificiale generativa ha sollevato interrogativi sulle minacce che la stessa potrebbe rappresentare per la sicurezza degli individui. 

Proprio su questo aspetto è stata istituita una petizione con cui si chiede la sospensione dello sviluppo delle intelligenze artificiali per sei mesi.

Questa sospensione servirebbe a trovare una regolamentazione più precisa e circoscritta.

Non tutti però sono d’accordo con questa sospensione.

Una parte degli utenti è a favore dell’incremento dell’intelligenza artificiale, ritenendola strumento utile e imprescindibile per lo sviluppo delle aziende.

Intervistato sul punto l’avv. Vincenzo Tiani, specializzato in diritto delle nuove tecnologie, spiega che negli Stati Uniti le aziende utilizzano quotidianamente ChatGPT per velocizzare buona parte dei processi aziendali.

Conclusione

Occorrerà attendere la data del 30 aprile per conoscere se la piattaforma sul suolo italiano potrà tornare in uso.

Il non soddisfacimento delle condizioni dettate dal Garante porterebbe dunque al blocco permanente di ChatGPT in Italia.

Inoltre, OpenAI subirebbe una saliente sanzione per una cifra che potrebbe variare dai 20 milioni di euro fino al 4% del fatturato annuo della società. 

Per ulteriori chiarimenti sul tema si consiglia di consultare l’ Avv. Carolina Bozzo dello studio legale LEXINTO Avvocati.