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Whistleblowing: tra novità e disciplina

Whistleblowing

ph:Blogtrepreneur, lic. CC

Introduzione

Il whistleblowing è un tema di crescente importanza nel panorama internazionale, poiché garantisce la denuncia di illeciti e irregolarità all’interno delle organizzazioni, contribuendo alla creazione di un ambiente lavorativo più trasparente e responsabile. In Italia, il settore sta per subire importanti cambiamenti con l’entrata in vigore del decreto attuativo della Direttiva europea n. 1937/2019, prevista per il 15 luglio 2023. 

Questo articolo si propone di spiegare cos’è il whistleblowing e quali saranno le novità introdotte dalla nuova legge.

Cos’è il “WHISTLEBLOWING”?

Il whistleblowing indica la comunicazione spontanea da parte di un whistleblower (o segnalante), all’autorità competente, di illeciti o irregolarità commessi all’interno dell’ambiente lavorativo. Queste segnalazioni possono riguardare violazioni di leggi che incidono sull’interesse pubblico, come corruzione, uso improprio di dati, mala amministrazione, discriminazione e molestie sul posto di lavoro, o illeciti penali.

Protagonisti del whistleblowing sono proprio i whistleblowers, che possono essere dipendenti, collaboratori, liberi professionisti, tirocinanti, addetti al controllo e così via.

Esistono due forme di whistleblowing: interno ed esterno.

 Il “whistleblowing interno” si verifica quando un dipendente segnala un’irregolarità utilizzando i canali di segnalazione interni all’azienda. Invece, si parla di “whistleblowing esterno” quando la segnalazione avviene pubblicamente, ad esempio tramite la stampa.

La tutela offerta dal whistleblowing non si limita ai segnalanti, ma si estende anche ai cosiddetti “facilitatori”, ovvero colleghi e parenti che offrono sostegno al segnalante durante il processo.

Cosa si può segnalare attraverso il whistleblowing?

La segnalazione attraverso il whistleblowing non produce effetti legalmente rilevanti in ogni circostanza. Per essere considerata valida per legge, la segnalazione deve riguardare illeciti disciplinati dal diritto nazionale o europeo. Tuttavia, le aziende possono decidere di ampliare il campo di applicazione, includendo anche comportamenti non etici o non conformi al codice di condotta.

Il whistleblowing si riferisce alla denuncia di violazioni di leggi che compromettono l’interesse pubblico. La maggior parte delle segnalazioni riguardano ambiti quali:

  • Corruzione
  • Uso improprio di dati
  • Mala amministrazione e/o mala gestione
  • Discriminazione e molestie sul posto di lavoro
  • Reati penali

Come viene regolamentato il whistleblowing fino all’entrata in vigore della direttiva 1937/2019?

In Italia, il whistleblowing è disciplinato dalla Legge n. 179 del 2017 fino al prossimo 15 luglio. Questa legge non rappresenta la prima regolamentazione in materia, ma ha introdotto significative novità, tra cui la modifica dell’articolo 54 del Testo Unico del Pubblico Impiego. 

Tale articolo stabilisce che i dipendenti segnalanti non possano essere soggetti a sanzioni, demansionamenti, licenziamenti, trasferimenti o ad altre misure organizzative con effetti negativi sulle condizioni di lavoro.

Grazie alla Legge 179/2017, è stato compiuto un importante passo avanti nella tutela dei whistleblowers. Questa legge ha colmato alcune lacune esistenti da tempo, introducendo una sanzione pecuniaria amministrativa per gli enti responsabili di atti discriminatori, con importi che variano tra 5.000 e 30.000 euro. Inoltre, prevede la reintegrazione nel posto di lavoro per i dipendenti segnalanti e, come novità di rilievo, estende la nuova disciplina al settore privato.

Cosa cambia con l’introduzione del decreto 1937/2019?

Le nuove disposizioni previste dal Decreto 1937/2019 entreranno in vigore il 15 luglio 2023, portando diverse innovazioni. La principale è l’estensione della normativa non solo agli enti pubblici, ma anche a quelli privati, ad eccezione dei comuni con meno di 10.000 abitanti e delle imprese private con meno di 50 dipendenti.

Per la prima volta, le aziende private con più di 50 dipendenti saranno tenute a istituire canali di segnalazione interna e a introdurre strumenti per garantire la tutela dei segnalanti. Inoltre, il decreto amplia il campo degli illeciti segnalabili, includendo malpratice non necessariamente criminali che influiscono sugli interessi strategici comunitari o che ledono gli standard etici volontariamente adottati dagli enti.

Il decreto estende la tutela anche ai cosiddetti facilitatori e ad altre figure vicine al segnalante. Le denunce potranno essere presentate attraverso la piattaforma informatica dell’ANAC, in forma scritta o orale, o tramite un incontro in presenza.

L’ANAC risponderà al segnalante entro 3 mesi, o 6 mesi in caso di motivi giustificati, dalla data di ricevimento della segnalazione esterna o dalla scadenza dei sette giorni di ricevimento.

Il Decreto 1937/2019 protegge il dipendente o collaboratore segnalante da licenziamenti, mancate promozioni, riduzioni di stipendio, misure disciplinari, molestie, minacce o mancati rinnovi di contratto.

Sanzioni

Con l’entrata in vigore del decreto prevista per il 15 luglio, l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) avrà il compito di applicare sanzioni amministrative pecuniarie per gli inadempimenti relativi agli obblighi stabiliti dal decreto stesso. Le sanzioni varieranno tra 10.000 e 50.000 euro per coloro che non istituiscono canali di segnalazione adeguati.

In caso di reati di diffamazione o calunnia commessi dal segnalante, la pena pecuniaria sarà invece compresa tra 500 e 2.500 euro.

Conclusioni

L’entrata in vigore della legge n. 179 del 2017 rappresenta un passo avanti e significativo nella regolamentazione del whistleblowing in Italia. Il nuovo quadro normativo mira a garantire una maggiore trasparenza e responsabilità nel settore pubblico e privato, offrendo una protezione adeguata ai segnalanti e facilitatori coinvolti.

Dopo il 15 luglio, si potranno osservare gli effetti concreti della nuova legge sul whistleblowing. Si spera che l’attuazione di queste disposizioni favorisca un cambiamento culturale che incoraggi la denuncia di illeciti e irregolarità, contribuendo alla promozione di un ambiente lavorativo più etico e conforme alle norme.

Per ulteriori chiarimenti sul tema del whistleblowing e su come la legge n. 179 del 2017 influenzerà il settore in Italia, si consiglia di consultare un avvocato esperto in materia, come l’Avv. Carolina Bozzo dello studio legale LEXINTO.