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Diritto delle imprese ed IA

intelligenza artificiale

ph: Mike MacKenzie, lic. cc

È, ormai noto come l’intelligenza artificiale gestisca sempre maggiori aspetti della vita dell’impresa e per questo motivo è necessario comprendere cosa sia l’IA e quali implicazioni siano ad essa riconducibili nel suo utilizzo d’impresa.

Intelligenza Artificiale

l’Intelligenza Artificiale (IA) è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi in grado di dotare le macchine di determinate caratteristiche considerate tipicamente umane.

L’IA funziona attraverso quattro differenti livelli:

  • comprensione: attraverso la simulazione di capacità cognitive l’IA è in grado di riconoscere testi, immagini, tabelle, video, voce ed estrapolarne informazioni;
  • ragionamento: mediante la logica i sistemi riescono a collegare le molteplici informazioni raccolte;
  • apprendimento: in questo caso parliamo di sistemi con funzionalità specifiche per l’analisi degli input di dati e per la loro corretta restituzione in output;
  • interazione: in questo caso ci si riferisce alle modalità di funzionamento dell’IA in relazione alla sua interazione con l’uomo.

Esistono due tipologie di IA:

  • debole: questa è relativa a sistemi tecnologici in grado di simulare alcune funzionalità cognitive dell’uomo, senza però raggiungere le reali capacità intellettuali tipiche dell’uomo;
  • forte: in questo caso i sistemi possono sviluppare una propria intelligenza senza emulare processi di pensiero simili all’uomo ma sviluppandone uno proprio in modo autonomo.

Strumento tipico della cosiddetta AI debole è il machine learning, ossia un sistema di apprendimento automatico capace di acquisire una varietà di dati per allenare una macchina che diventa progressivamente sempre più abile nello svolgere un compito in autonomia.

Il deep learning è, invece, la tecnica di apprendimento di riferimento per la AI forte, la quale è in grado di apprendere la rappresentazione corretta e di risolvere problemi di apprendimento automatico senza la necessità di un pre-processamento dei dati, come invece avviene per le tecniche tradizionali di machine learning.

Applicazioni

Le applicazioni dei sistemi di intelligenza artificiale sono innumerevoli, in particolare possiamo citare:

  • la pianificazione autonoma di attività e operazioni: è questa l’area che maggiormente interessa la produzione industriale; in questo caso il sistema è in grado di generare un piano composto da una sequenza di operazioni semplici per raggiungere l’obiettivo assegnato e, infine, di monitorare l’esecuzione del piano;
  • la robotica: l’obiettivo è la realizzazione di macchine autonome, capaci di sostituirsi all’uomo nell’esecuzione di attività manuali, ripetitive, pesanti e nocive;
  • riconoscimento di immagini: utilizzato principalmente nel settore della videosorveglianza, consente di riconoscere in maniera automatica oggetti, persone e animali;
  • previsione della domanda: l’intelligenza artificiale permette la creazione di accurate proiezioni di vendita automatizzate basate sulle interazioni con i clienti e sui risultati storici;
  • chatbot: permette di assistere un alto numero di consumatori senza che dietro ci sia una persona.

Intelligenza artificiale: normativa

Proseguendo con un focus sulla normativa, occorre ricordare che la Commissione europea nel 2021 ha pubblicato la Proposta di Regolamento sull’approccio europeo all’Intelligenza Artificiale.

Tale proposta mira ad ottenere un approccio europeo coordinato alle implicazioni umane ed etiche dell’intelligenza artificiale.

Come riportato nel testo, la proposta, “si basa sui valori e sui diritti fondamentali dell’UE e si prefigge di dare alle persone e agli altri utenti la fiducia per adottare le soluzioni basate sull’IA, incoraggiando al contempo le imprese a svilupparle poiché l’IA dovrebbe rappresentare uno strumento per le persone e un fattore positivo per la società, con il fine ultimo di migliorare il benessere degli esseri umani”.

Inoltre, è prevista l’istituzione di un Comitato Europeo per l’Intelligenza Artificiale, con il compito di facilitare l’attuazione del Regolamento e favorire la cooperazione tra le Autorità nazionali di controllo e la Commissione.

Le Autorità nazionali di controllo avranno il compito di fornire orientamenti e consulenza sull’attuazione del Regolamento. 

Il regolamento, ancora, classifica i prodotti che utilizzano completamente o parzialmente il software IA in base al rischio di impatto negativo su diritti fondamentali.

Più il prodotto è suscettibile di mettere in pericolo questi diritti, più severe sono le misure adottate per eliminare o mitigare l’impatto negativo sui diritti fondamentali.

In caso di non conformità con il Regolamento, i soggetti potrebbero essere soggetti ad una multa fino a 30 milioni di euro o fino al 6% del loro fatturato globale annuo, a seconda di quale sia il valore più alto.

In Italia

Il Piano Strategico dell’Italia per l’Intelligenza Artificiale 2022/2024, individua e traccia ventiquattro politiche ritenute fondamentali affinché il nostro Paese mantenga la competitività tecnologica a livello internazionale.

Queste ventiquattro politiche, da mettere in atto entro il 2024, avranno principalmente tre obiettivi:

  • rafforzare le competenze e attrarre talenti per sviluppare un ecosistema dell’intelligenza artificiale in Italia;
  • aumentare i finanziamenti per la ricerca avanzata nell’IA;
  • incentivare l’adozione dell’IA e delle sue applicazioni, sia nella pubblica amministrazione che nei settori
    produttivi in generale.

Intelligenza artificiale nelle imprese

La tecnologia IA sta migliorando le performance e la produttività delle aziende, per mezzo dell’automazione dei processi o delle attività che in passato richiedevano l’intervento umano, raggiungendo un livello impensabile fino ad oggi con il solo ausilio della persona.

Banalmente, le macchine possono lavorare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con evidente risparmio rispetto all’utilizzo della forza lavoro umana, la quale richiede copertura economica su più profili.

Uno dei principali vantaggi dell’IA è infatti rappresentato dal fatto che i software sono in grado di completare automaticamente e autonomamente attività ripetitive, determinando un evidente risparmio di tempo e denaro.

Inoltre, l’Intelligenza Artificiale è in grado di estrarre dati elaborando miliardi di informazioni fornendo previsioni accurate, le quali permettono alle aziende di creare prodotti innovativi e fornire servizi mirati per i propri clienti.

L’utilizzo dell’IA nelle imprese mostra i suoi vantaggi non solo in termini di risparmio economico, ma su più profili.

In particolare, le imprese, tramite l’Intelligenza Artificiale possono:

  • rilevare e impedire le intrusioni di sicurezza;
  • risolvere i problemi tecnologici degli utenti;
  • ridurre le attività di gestione della produzione;
  • misurare la compliance interna relativa all’utilizzo dei fornitori approvati.

L’uso dell’intelligenza artificiale è dunque, ad oggi un contributo necessario per le imprese, sia in termini di competitività, che in termini di sicurezza.

Per tale motivo non si può più prescindere dall’utilizzo della stessa, ma al tempo stesso va accuratamente gestita in ogni ambito.

Criticità

Infatti, gli stessi elementi che portano ai benefici socio-economici dell’IA possono comportare nuovi rischi o impattare negativamente sui diritti delle persone fisiche o delle Società.

Ne è un esempio la potenziale violazione della privacy dei cittadini, infatti, trattando la macchine anche dati personali.

Le problematiche legate al rispetto della privacy discendono dal fatto che non è sempre agevole svolgere controlli sul funzionamento e sul trattamento dei dati personali posti in essere da sistemi di IA.

Come sappiamo, a norma del GDPR, il Titolare ed il Gestore del trattamento dei dati devono garantire il rispetto del Regolamento, ma quando si impiega un sistema di intelligenza artificiale non è evidente chi effettivamente ricopra tali ruoli. 

Ancora, il trattamento deve essere effettuato limitatamente a per determinate e specifiche finalità.

Tuttavia potrebbe capitare che l’IA modifichi la sua azione e cominci a trattare gli stessi dati per scopi diversi da quelli inizialmente stabiliti. Questo rappresenterebbe un serio rischio per il soggetto fornitore dei propri dati, in quanto le figure garanti del rispetto della privacy potrebbero non sempre essere a conoscenza di tale processo evolutivo e quindi non apporre le dovute soluzioni.

Infine, è ancora aperto il dibattito circa la criticità nello stabilire chi sia il soggetto giuridicamente responsabile chiamato a rispondere dei danni, qualora si verifichi una lesione dei diritti del fruitore ovvero di un terzo derivante dal dispositivo intelligente.

Conclusioni

L’impiego di tali sistemi di intelligenza artificiale non va sicuramente ostacolato in quanto semplificano la quotidianità dell’uomo ed offrono un concreto contributo alle imprese in termini di competitività.

Tuttavia, è opportuno che il diritto risolva celermente le criticità che questi nuovi sistemi sollevano.

Il percorso di gestione dell’IA, anche normativa, è ormai in pieno sviluppo, ma occorre che resti aggiornato con i tempi di evoluzione della stessa, sempre più rapidi e innovativi.

Per ulteriori chiarimenti contatta l’Avv. Pinuccia Cassatella dello studio legale Lexinto.

Articolo a cura della dott.ssa Diletta Lopes.